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Conti tutelati anche sul web

di Marco lo Conte

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21 ottobre 2008

Sembrerà strano, forse, a qualcuno. Magari a quel 90% circa di italiani (il dato è riferito al 2007) che non utilizza internet per spostare denaro o che non si sognerebbe mai di chiedere il saldo del proprio conto corrente al telefono oppure disporre bonifici e pagamento tramite un operatore di call center. Eppure anche i conti correnti offerti sul web dagli istituti di credito sono garantiti fino a 103.281,38 euro dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), cui la banca aderisce. E al quale si affianca, per il medesimo ammontare, anche la garanzia pubblica. Si tratta del consorzio cui aderiscono le banche italiane e che è obbligatorio per quelle extracomunitarie che operano in Italia, mentre è facoltativo per le banche comunitarie, iscritte d'obbligo all'analogo fondo del Paese di origine.

È il caso di Ing Direct, la struttura online del gruppo bancario-assicurativo olandese Ing Groep che sette anni fa lanciò in Italia il Conto Arancio, rompendo diversi tabù: la redditività, l'assenza di costi, la trasparenza dell'offerta di un soggetto estero. Fantascienza o quasi, in un sistema bancario nazionale all'epoca chiuso a riccio. La «zucca» aderisce, oltre che a quello italiano, anche al Fondo di garanzia olandese, che ha recentemente innalzato la copertura a 100mila euro. Nei giorni scorsi la decisione dello Stato olandese di entrare con 10 miliardi di euro nel capitale della compagnia ha suscitato interrogativi sulla capacità di Ing di sostenere la propria offerta: «Non si tratta di una misura di salvataggio ma di un intervento preventivo – spiega Bernd Geilen, general manager di Ing Direct Italia –. In questa fase turbolenta dei mercati finanziari è necessario avere un solido capitale. In ogni caso a livello patrimoniale, attualmente il nostro Tier 1 è salito al 10% dall'8% precedente all'intervento pubblico. Per garantire questi rendimenti – aggiunge Geilen – non abbiamo modificato il nostro portafoglio di investimenti: abbiamo solo titoli molto liquidi. Niente Cdo (collateralized debt obligations), niente Cds (credit default swap) e niente azioni. Utilizziamo sì Abs (Asset backed securities), ma solo di alta qualità e liquidità», come «Plus24» aveva spiegato già ad agosto 2007.

Oggi Conto Arancio presenta le caratteristiche del conto corrente, che va ad affiancare il conto di risparmio, il Mutuo Arancio e gli altri strumenti finanziari lanciati dal 2001 ad oggi. L'innovazione del Conto Arancio ha stimolato analoghe proposte da parte di altri protagonisti bancari, che nelle offerte parallele rispetto a quelle allo sportello, ossia su internet, hanno iniziato a proporre alla clientela rendimenti considerevoli. Si va da quella di Banca Santander a quella di Sella.it a We@bank (si veda «Il Sole 24 Ore» di domenica scorsa, 19 ottobre). Un'ondata che nel corso degli anni ha portato fino alla proposta del 5% netto di Barclays con una massiccia campagna pubblicitaria che, secondo alcune fonti, potrebbe sollecitare l'interesse dell'Antitrust: il 5% netto, infatti, non è riferito al rendimento offerto dal conto corrente ma dai pronti contro termine collegati con i c/c proposti dalla banca britannica.

Dal canto suo Kärnter Sparkasse, istituto di credito austriaco con filiali anche a Udine, Treviso, Conegliano Veneto e Vicenza, fa sapere che i propri clienti possono usufruire della garanzia illimitata offerta dallo Stato austriaco sui conti correnti delle banche d'oltre Brennero: anche se la proposta del governo di Vienna attende ancora di essere ratificata dal Parlamento. Diverso l'approccio di BancoPosta Click, il conto corrente online della divisione finanziaria di Poste Italiane: non essendo una banca, BancoPosta non aderisce al Fondo interbancario di Tutela dei depositi. Cio non significa però assenza di tutele: sull'operatività garantisce lo Stato. Negli ultimi giorni nelle filiali un volantino spiega: «I depositi custoditi sotto forma di conto corrente BancoPosta, libretto di risparmio e buoni postali fruttiferi non sono esposti al rischio di mancato rimborso. Il conto corrente Bancoposta – si legge nella nota – beneficia della massima tutela pubblica perché la maggioranza assoluta del capitale sociale di Poste Italiane è in possesso dello Stato (attraverso il ministero dell'Economia e delle Finanze), la raccolta derivante dai conti correnti è investita nel rispetto delle norme di legge, unicamente in titoli governativi».

marco.loconte@ilsole24ore.com

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